Il tunnel carpale o canale carpale è un canale osteo-fibroso situato nel polso, il cui pavimento è formato dalle ossa del carpo, mentre il tetto è rappresentato da un robusto legamento, denominato “legamento trasverso”. All’interno del tunnel scorrono i tendini flessori delle dita, avviluppati nelle loro guaine, ed il nervo mediano. Subito dopo il suo passaggio nel tunnel, il nervo mediano si sfiocca a formare una serie di rami più piccoli, detti nervi digitali, che portano la sensibilità alle prime tre dita e a metà dell’ anulare. Un altro ramo del mediano, detto “motorio” si stacca dal tronco principale per innervare il muscolo opponente, situato alla base del pollice, muscolo fondamentale per effettuare una corretta pinza tra il pollice e le altre dita.
La sindrome del tunnel carpale è una patologia di frequentissimo riscontro; si manifesta soprattutto nelle donne dopo la menopausa, ma può colpire entrambi i sessi ed anche in giovane età. E’ causata dalla compressione del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il canale carpale al polso; tale compressione è spesso scatenata da processi infiammatori a carico delle guaine dei tendini flessori, con conseguente aumento del volume degli stessi; in altri casi è l’ ispessimento del legamento trasverso a determinare uno schiacciamento del nervo. La sindrome è caratterizzata da disturbi della sensibilità al palmo, alle prime tre dita e a metà del quarto dito. Il sintomo più classico è rappresentato dalle parestesie (formicolii con sensazione di “mano addormentata”) prevalentemente notturne, cui possono associarsi dolore e sensazione di bruciore irradiati a tutto l’avambraccio. Con il passare del tempo, per la compromissione del ramo motorio del nervo mediano ed il conseguente coinvolgimento del muscolo opponente, si può manifestare anche una perdita della forza di presa della mano.
In alcuni casi, nelle fasi iniziali della malattia o nelle forme con sintomatologia molto sfumata, è possibile tentare un approccio con terapia conservativa, che consiste in sedute di FKT e terapia medica con farmaci antinfiammatori e neurotrofici. Ma nella grande maggioranza dei pazienti l’indicazione è essenzialmente chirurgica.
L’intervento, molto rapido e di facile esecuzione, consiste nel decomprimere il nervo mediano attraverso la sezione del legamento trasverso. Viene eseguito in anestesia locale, mediante un’ infiltrazione al polso. L’ incisione molto piccola (1,5 – 2 cm) viene effettuata alla base del palmo. La durata dell’ operazione è di circa 15 minuti.
Al termine dell’ intervento viene praticata una fasciatura con una piccola doccia di immobilizzazione del polso. Le dita vengono lasciate al di fuori del bendaggio, libere di muoversi. Dopo una settimana si esegue un primo controllo della ferita, la doccia viene rimossa e si applica un nuovo e più leggero bendaggio. Dopo ulteriori sette giorni vengono rimossi i punti di sutura ed il paziente può tornare a svolgere la normale attività lavorativa. La cicatrice residua a livello del palmo, con il passare dei mesi, diventa quasi impercettibile.
Gli effetti benefici dell’intervento, con la scomparsa della sintomatologia parestetica e dolorosa, di norma sono immediati; tuttavia in alcuni casi, in particolare nelle forme di vecchia data, il risultato potrebbe non essere così rapido, con una scomparsa dei sintomi che avviene in modo più graduale nel tempo e che alle volte risulta essere incompleta. E’ questo il motivo per cui è consigliabile, una volta posta una sicura diagnosi, non rimandare di troppo la soluzione chirurgica.